Rappresentante di classe: è solo un incarico o è molto di più?
Ecco cosa dice il nostro Progetto Educativo: “Ogni classe ha diritto ad essere rappresentata da due suoi componenti eletti dai compagni. Essi si fanno portavoce dei problemi e delle esigenze della propria classe; collaborano con i formatori e il coordinatore di classe per mantenere un clima sereno dove proporre e realizzare attività didattiche ed educative. Assicurano la loro presenza ai consigli di classe; si impegnano a far rispettare il regolamento; richiamano i propri compagni al rispetto delle strutture e delle attrezzature; richiedono, organizzano e guidano l’assemblea di classe redigendo il verbale e dandone copia al Direttore del C.F.P. Nel caso non siano in grado di gestire il compito loro assegnato, o il loro comportamento non risultasse esemplare ai compagni, verranno rimossi o sostituiti.“
Prima di tutto, l’importanza del rappresentante di classe si fonda su una intuizione pedagogica di don Bosco: rappresentare, per don Bosco, significa responsabilizzare. È un’occasione di crescita e di maturità. Questo compito diviene anche mezzo di apostolato tra i compagni (oriento verso il Bene i miei compagni). Don Bosco stesso aveva istituito questa figura nella forma dell’ “angelo custode”.
Ma qual è l’identità del rappresentante di classe?
Tutti i rappresentanti sono giovani scelti e votati dai loro compagni per entrare in dialogo con i vari organismi di partecipazione della scuola (compagni della classe, formatori, direttore, vice-direttore, catechista), quindi lavorano per il bene della propria classe e della scuola. Sono giovani che hanno ben in mente e nel cuore il Progetto Educativo della scuola e desiderano portarlo avanti in maniera corresponsabile. Il rappresentante non va visto come il “sindacalista del gruppo”, preoccupato di rivendicare diritti: è anche colui che riporta l’attenzione sui doveri e gli impegni del patto di corresponsabilità educativa. Per una proficua collaborazione è bene che a rappresentare la classe sia un alunno impegnato e virtuoso.
Naturalmente sono il punto di riferimento dei loro compagni: sono giovani che sanno dialogare e ascoltare, sanno fare proposte, sanno creare gruppo all’interno della classe, sono trascinatori e leader positivi. La loro autorevolezza deriva dalla testimonianza personale di impegno scolastico, di preparazione, di onestà e lealtà, di aiuto concreto ai compagni e di fede.
Un grande augurio di buon lavoro ai rappresentanti di classe di questo anno formativo!
prof. Alessandro Ferro
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