Lunedì 27 Gennaio 2020 noi ragazzi della classe 2D abbiamo fatto una lezione diversa dal solito: lunedì era il giorno della memoria, ossia il giorno in cui si ricordano tutte le vittime dell’Olocausto.
Il prof. Fabio Grasso ci ha spiegato che, oltre agli Ebrei, in quegli anni furono perseguitate e uccise moltissime altre persone, ad esempio i popoli slavi, le minoranze etniche, gli avversari politici ma anche gli omosessuali e persino i portatori di handicap.
Successivamente il professore ci ha fatto riflettere sul fatto che ancora oggi moltissime persone continuano ad essere perseguitate e uccise: nel mondo ci sono moltissime guerre di cui forse non si parla ma che continuano a causare vittime innocenti.
Molte persone decidono quindi di scappare dal loro paese per rifugiarsi da noi; la nostra riflessione è che queste persone non siano felici di scappare perché per una persona non è semplice lasciare il proprio paese. Ci vuole anche molto coraggio per attraversare, ad esempio, il mare Mediterraneo con imbarcazioni di fortuna.
Proprio su quest’ultimo argomento il professore ha consegnato un foglio ad ogni ragazzo chiedendo di disegnare una persona che amiamo o a cui vogliamo bene. Una volta disegnata la persona importante, abbiamo dovuto ritagliarla e piegare più volte il foglio fino ad ottenere un bigliettino.
Il professore, nel frattempo, ha riempito di acqua una bacinella. Poi ognuno di noi ha appoggiato il proprio bigliettino su una barchetta di carta che è stata appoggiata sull’acqua. Inizialmente la barca sembrava poter resistere ma dopo qualche secondo si è rovesciata facendo cadere in acqua quasi tutti i bigliettini.
Il prof. Grasso ci ha così raccontato del naufragio di una barca nel 2015 in cui sono morte centinaia di persone tra cui anche molti bambini, perché su di essa c’erano più persone di quante ne potessero essere trasportate. Ad uno
di questi bambini, in particolare, è stata trovata cucita nella giacchetta una pagella con dei voti molto belli.
Successivamente il professore ci ha letto una poesia dal titolo “Prima vennero” sul rischio di essere indifferenti e di non portare avanti la memoria di ciò che è accaduto.
"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare."
Secondo noi il significato di questa poesia è che non bisogna mai discriminare e giudicare le persone perché prima o poi potremmo essere noi le vittime del pregiudizio e dell’ignoranza, quindi dovremmo sforzarci di accettare e accogliere tutti.
Leonardo Dalla Pria e Salvatore Napoletano, classe 2D
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