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Educare al lavoro, oggi

Convegno Ex Allievi 2020: un’occasione per rimettere al centro il cuore sociale di don Bosco.

Cuore del Convegno di quest’anno, che da tradizione assembla memoria, condivisione e approfondimento, è la riflessione offerta da don Enrico Peretti - direttore del Cnos Fap nazionale - sull’educazione dei giovani al lavoro, un tema che cattura l’interesse dei presenti suscitando un ascolto serio, attento e partecipe.

La difficoltà di inserimento al lavoro che oggi si sperimenta è frutto di una situazione che non stimola più alla ricerca di grandi sfide, come si sperimentava all’uscita dalla guerra, in situazione di povertà che il nostro territorio ha vissuto profondamente. Prevale la ricerca di garantire il benessere raggiunto. In realtà la tranquillità economica di oggi è minata da tre sfide storiche - afferma il relatore all’inizio del suo intervento – l’immigrazione epocale provocata dalla povertà e da tante situazioni di crisi nel mondo, la crisi economica legata all’instabilità del mercato globale che mette in crisi tutte le nazioni, anche quelle ricche come l’Italia e le altre nazioni europee ed infine dalla sospensione sociale dei giovani poco propensi a tante occupazioni: in Italia oltre 2 milioni di ragazzi non studiano né lavorano stabilmente, a fronte di 800. 000 situazioni lavorative non coperte perché ritenute poco affascinanti.

L’eccessiva protezione dei genitori, unita spesso alla sfiducia nei percorsi di formazione professionale considerati di minore qualità, le scelte scolastiche sbagliate, sono alcune tra le tante cause che impediscono l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro. Da qui l’urgenza di sedersi ad uno stesso tavolo come soggetti della comunità civile per condividere idee, esperienze e risorse, favorendo un’alleanza tra istituzioni scolastiche, formative, pubbliche amministrazioni, aziende e mondo produttivo.

“È la missione che don Enrico sta portando avanti nel suo lavoro a Roma” - sottolinea il direttore, don Massimo Zagato, nella sua presentazione. Educare i giovani al “lavoro buono”, che fornisca competenze ed offra garanzie di professionalità e prospettive di autonomia, è sempre stato l’impegno di don Bosco. “Ed è uno dei compiti che dobbiamo riprenderci anche come ex allievi di don Bosco” – ricorda don Enrico, “per essere buoni cristiani e onesti cittadini come sempre ripeteva ai suoi ragazzi”.

I Salesiani sono impegnati su largo fronte a creare spazi di formazione, a cercare collaborazioni con le aziende, a progettare percorsi e cercare finanziamenti per avviare corsi di formazione qualificati nei settori all’avanguardia della vita economica, per recuperare la motivazione di ragazzi non abituati all’impegno quotidiano, al rischio di intraprendere nuove e vecchie attività, e non ultima alla fatica del lavoro ben fatto.

Solo coltivando quelle passioni che accendono il desiderio di conoscere si può combattere lo spreco di intelligenza (soprattutto quella che don Bosco chiamava l’intelligenza delle mani), e l’insuccesso, condizioni che generano frustrazione e disagio. Il Veneto registra fortunatamente una dispersione scolastica limitata rispetto ad altri territori. “Nel nostro Centro di formazione, conferma don Massimo, ben il 99% dei ragazzi delle classi prime proviene direttamente dalla scuola media, un indicatore davvero confortante che esprime il riconoscimento del valore di un’esperienza formativa che vanta oltre 60 anni di storia e che stimola a lavorare per dare garanzie di futuro alle nuove generazioni”.

Il futuro è di tutti! Ma oggi dobbiamo impegnarci per garantirlo soprattutto ai giovani. Può sembrare un’impresa difficile ma sentirla come impegno comune la fa apparire realizzabile e piena di fascino. Ricordi e riflessioni vengono ripresi nelle conversazioni a gruppetti, mentre si sbirciano vecchie foto, si sorseggia un caffè o si assaggia un pasticcino. Poi la messa, animata dal suono delle chitarre che coinvolge tutti nel canto corale “Giù dai colli”, fa emergere emozioni mai accantonate.

L’allegria spontanea e rumorosa esplode durante il pranzo servito dai ragazzi del CFP che si destreggiano con garbo e padronanza (dopo una settimana di serio esercizio!) nel ruolo di camerieri. Un incontro tra generazioni che sembra rimescolare i fotogrammi di un ambiente educativo sempre accogliente, che vanta la presenza inossidabile di Bepi Arvotti e di Carlo Bussinello, formatori della prima ora.

La presidenza (oggi rappresentata oltre che dal presidente locale, Luigino Davanzo, anche da quello ispettoriale, Natalino Miatto) restituisce la cortesia dei giovani destinando, come da tradizione, il ricavato della lotteria agli studenti più meritevoli del Centro. Semplicità, generosità, autentica amicizia: sono gli ingredienti di una festa che recupera lo spirito di famiglia respirato in gioventù, per sentirsi a casa con don Bosco, l’Amico di sempre.

Wally Perissinotto

  • anno formativo 2019-20

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