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Attività con AVIS classi prime

Il nostro Centro di Formazione Professionale ha ripreso alcune attività educative che erano state interrotte a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.

In questi giorni i nostri allievi delle classi prime hanno avuto l'opportunità di vivere un'esperienza concreta legata al Progetto AVIS.  In particolare abbiamo avuto il piacere di ospitare Camilla, Marco e Gianni (referenti AVIS) che hanno proposto un'attività concreta legata al Dilemma del Prigioniero. Dopo un primo momento introduttivo, in cui ci sono state le presentazioni e si è creato un clima di confronto e di interazione, ogni classe è stata suddivisa in due sottogruppi ed è stato proposto il gioco "Dilemma del prigioniero", con l'obiettivo di suggerire comportamenti collaborativi, di cooperazione e riflessioni sull’appartenenza ad una società e sul proprio ruolo partecipativo e di impegno sociale. Il "Dilemma del Prigioniero", noto strumento inseribile all’interno della categoria della "Teoria dei Giochi" fu proposto nel 1950 da Merrill Flood e Melvin Dresher, come parte delle ricerche sulla Teoria dei Giochi promosse dalla Rand Corporation per le possibili applicazioni ad una strategia nucleare globale (siamo infatti all’interno del contesto della Guerra Fredda). Il titolo "Il Dilemma del Prigioniero", comparve quindi in un saggio dei due autori, proposto alla comunità scientifica nel 1950. Partendo da una storiella di prigionieri e delazioni, si intendeva dimostrare che in una condizione di interdipendenza tra soggetti può accadere che quanto è conveniente per un singolo individuo non lo sia per la collettività nel suo complesso. A partire dal 1950, il gioco ha avuto una fortuna enorme: in economia è stato applicato ad una serie vasta di casi ma lo strumento ha trovato molte applicazioni anche in casi di politica internazionale e di scienze sociali. È proprio sfruttando il successo e la forza di questo strumento che l’AVIS ha deciso di adattarlo e di potenziare al massimo uno dei suoi obiettivi: dimostrare che ci si troverebbe tutti in una situazione di difficoltà e disagio se i singoli protagonisti di un certo contesto agissero e pensassero solo guidati dalla ricerca di un proprio personale vantaggio. Il gioco permette, allo stesso tempo, di vagliare la fiducia tra i giocatori e gli effetti del tradimento di questa fiducia; mostra gli effetti della cooperazione tra i gruppi e, in generale, come si è già sottolineato, evidenzia il merito di un comportamento collaborativo all’interno di un gruppo e nella relazione tra gruppi.

 

Prof. Alessandro Ferro

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